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Arresto cardiaco, 60mila casi ma Italia sempre più pronta

Cardiologia Redazione DottNet | 18/10/2023 12:52

Solo nel 58% dei casi chi assiste interviene con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e in una percentuale ancora più esigua - il 28% dei casi - con il defibrillatore

Ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila soltanto in Italia.     Solo nel 58% dei casi chi assiste interviene con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e in una percentuale ancora più esigua - il 28% dei casi - con il defibrillatore. La sopravvivenza è di circa l'8%. Sono questi i numeri dell'arresto cardiaco improvviso in Europa ricordati nel corso delle celebrazioni della Giornata mondiale per la rianimazione cardiopolmonare alla Camera dei deputati.     La strada per ridurre l'impatto di questo fenomeno, che si verifica il più delle volte al di fuori di un ambiente sanitario, è chiara da tempo.

"Bisogna riconoscere che si tratta di un arresto cardiaco, chiamare il 112, cercare un defibrillatore e cominciare la rianimazione", ha chiarito il presidente eletto dello European Resuscitation Council Federico Fiorenzo Semeraro. Soprattuto, occorre fare in modo che quante più persone possibili siano in grado di applicare questo semplice algoritmo.   L'esempio è quello della Danimarca, dove in 10 anni si è riuscito a triplicare la sopravvivenza delle vittime di arresto cardiaco: "È stato fatto attraverso la formazione a scuola, al momento di conseguire la patente di guida, l'aumento dei corsi e una specifica formazione agli operatori del 118 che sono in grado di guidare il soccorritore con indicazioni precise", ha illustrato il vicepresidente di Italian Resuscitation Council Andrea Scapigliati.    Nel 2021 l'Italia si è dotata di una legge tra le più avanzate in Europa, che potrebbe portare a raggiungere risultati analoghi. Disciplina i principali aspetti della rianimazione, dall'obbligo della presenza di defibrillatori in ambienti pubblici alla formazione a scuola. "La 'legge salvavita', per quanto ambiziosa, ha significato solo l'inizio di un lungo cammino e allora bisogna parlarsi a cuore aperto coscienti di essere in cammino per dare forma e sostanza a quell'articolato", ha ammesso il vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulè, che della legge è stato uno dei promotori. Negli ultimi mesi si sono compiuti importanti passi in avanti: "Il ministero della Salute ha approvato tre decreti attuativi", ha detto il ministero della Salute Orazio Schillaci.

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Inoltre, "siamo al lavoro per presentare alle Regioni la proposta per la realizzazione e l'adozione di un'applicazione mobile integrata con i servizi delle centrali operative del 118 per la rapida geolocalizzazione dei soccorritori e dei defibrillatori più vicini al luogo dove si sia verificata un'emergenza". Passi avanti anche sul fronte dell'insegnamento della rianimazione a scuola: "Abbiamo un decreto da approntare sull'insegnamento obbligatorio del supporto di base, sia per il personale Ata, sia per allievi, sia per i docenti che diventeranno a loro volta formatori", ha anticipato Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al Ministero dell'Istruzione e del merito. Intanto, Mulè ha proposto sgravi fiscali per chi decida di impiantare un defibrillatore in condomini o in abitazioni o in prossimità di gruppi di abitazioni: "la maggior parte degli arresti avviene in ambienti domestici", ha ricordato. "La percentuale di salvezza una volta avviato questo percorso salirà di molte migliaia di vite ogni anno".

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